la sintesi del primo atto "Sos machines de tziu Bachis"

mercoledì 23 novembre 2022

mercoledì 1 novembre 2017

Grande lutto per la morte di Mario Deiana


Per ricordare la prematura scomparsa dell' impareggiabile Mario Deiana propongo l'atto unico "Femminas santas" dove Mario presenta il suo ultimo lavoro descrivendo efficacemente anche le difficoltà degli interpreti dovute principalmente ai lunghi dialoghi. Versione integrale della rappresentazione del 24 novembre 2008 ad Abbasanta.
P.S. per un errore di battitura fra gli interpreti è stato erroneamente scritto Mario Manoni al posto di Manconi.

giovedì 17 ottobre 2013

Il 12 ottobre 2013 a Ghilarza nell'Auditorium comunale


Premessa: ho saputo soltanto pochi attimi prima della rappresentazione, ovvero quando Mario Deiana ha presentato lo spettacolo, che la commedia in questione era Trotu e bistrotu. Non avendo visto in precedenza la locandina ero convinto che fosse in programma l'altro lavoro Sos machines de tziu Bachis. Quindi in un battibaleno ho cercato di capire e immaginare l'assegnazione dei ruoli ai vari attori ma i conti non mi tornavano e ho quindi seguito, con apprensione, scena per scena l'evolversi dello spettacolo.     
Era dal lontano 8 settembre del 2007, quando debuttammo ad Abbasanta con  Trotu e bistrotu, che non si respirava  un'atmosfera così eccitante e carica di emozioni, dovuta forse dal luogo destinato all' esibizione, l'Auditorium, o forse dalla sfida con noi stessi  nel riproporci con tanti nuovi interpreti  e ruoli.   L'Auditorium comunale  di Ghilarza con le sue comode poltrone cozzava con le consuete piazze di paese o i novenari di campagna, con alcune seggiole raffazzonate,  che normalmente ci ospita. Il sindaco Stefano Licheri in prima fila ci onorava della sua presenza, al suo fianco Greca Onida l'impareggiabile e dinamica presidente dell'Associazione Archeologica Culturale Orgono. É a lei che dobbiamo la nostra presenza, infatti Greca stessa  ha voluto che ad intrattenere i suoi e nostri concittadini fosse la nostra Compagnia teatrale.
Compito che ci ha inorgoglito ma anche creato un certo patema d'animo: Come saprete metà dei componenti la compagnia è ghilarzese e consci del detto  Nemo propheta in patria, avvertivamo una   tensione al calor bianco.                                             
 Greca Onida
 
Andiamo alla rappresentazione:
Tutto procede al meglio, Diego Russo  (Tomasu Cadira) l'impiegato  comunale svolge magistralmente il ruolo e Sandro Sias già collaudato interprete di Battista  Conchitta non è da meno.
Il pubblico inizia compiaciuto ad interessarsi della vicenda ma è con l'entrata in scena di Antonangelo e Gioconda  Sanna , (rispettivamente Fine Braghetta e Annarosa Culueseda) che il pubblico, anche per via dell'aspetto fisico di quest'ultima, esplode in un sonoro applauso. Il giaccio è stato rotto! I concittadini apprezzano la  spassosa  interpretazione , giocata sul dialogo con il sindaco che fra :virgola, punto e virgola, due punti  e punto, ripetuti  fino allo sfinimento, richiamando lo spasmodico strazio della sposa nell'imminenza di partorire. Caderina (Patrizia Deriu) la popolana scalza, con trucco  e abbigliamento  decisamente azzeccati, prorompe in scena con l'atteggiamento perfetto, rubando, con le sue richieste insensate, continui applausi.
Maria Sedatzu (Anna Ledda)  si muove sulla scena sicura e dialoga altrettanto bene con gli interlocutori.
È il momento del parroco:  ecco  apparire Mario Deiana in abito talare  con un basco alla francese in testa. Per un attimo ho rivisto i personaggi di Giovannino Guareschi, spostati da Brescello sulle rive del Po a Ghilarza: i Don Camillo e i Peppone (Zuanni Concone)nostrani. Lo scambio di battute con Battista Conchitta alquanto esilaranti hanno coinvolto il pubblico che applaudiva ininterrottamente, fra un comodo e l'altro.
Nerina (Debora Onida) la trapezista ormai già collaudata interprete affronta con sicurezza il suo pubblico assecondando le spassose battute di Bat  l'impenitente donnaiolo.
 Zuanni Concone (Mario Manconi) con fare pacato ci introduce nel secondo atto. Affronta in modo ottimale sia i dialoghi con Tomasu Cadira che con le sempre divertenti apparizioni di Caderina.
Il pubblico segue con molta attenzione lo svolgersi della varie vicende, divertendosi e manifestandolo con continui applausi maggiormente stimolati all'apparire della giovanissima esordiente Giada Onida. È molto piacevole constatare che nel 2013 ci siano degli adolescenti che parlano in limba, dobbiamo ringraziarli di cuore e ancor di  più i loro genitori. Fanno parte di una minoranza (purtroppo) che   combatte una battaglia che presumo perderemo, quella di tramandare alle nuove generazioni tutto quel patrimonio linguistico lasciatoci in eredità dai nostri avi.
Federica Medde (Antonica) anche lei molto giovane,  interpretando la parte della futura moglie, convince gli spettatori e l'irruzione costante in scena di Antonio Pireddu (Chicheddu), il banditore armato di roncola, ha rallegrato l'ambiente con i  chiari e buffi annunci che impartiva a destra e a manca.
Sul finale ecco riapparire Debora Onida che, nella veste inedita della consorte di Zuanni Concone, dimostra la sua disponibilità  alle varie  esigenze interpretative dettate dal copione, compiendola nel migliore dei modi.
Mario Deiana ha rivisitato il copione originale tagliando e aggiungendo in modo esemplare e rendendo l'insieme molto gradevole. Bravi tutti! Alla prossima.


 
 
foto  ©Giuseppe Fadda per gentile concessione

mercoledì 10 luglio 2013

Stintino, l'Argentiera e la basilica di Saccargia


 

Qui sopra il video della sequenza fotografica del bel viaggio, di domenica 7 luglio, che ci ha portato a visitare delle meraviglie della nostra Sardegna. Meraviglie, opera dell'ingegno umano e della natura. Prima tappa, anche se occasionale, alla basilica della Santissima Trinità di Saccargia (Codrongianos) in stile romanico,  una delle realizzazioni più importanti di questo stile in Sardegna. Un sito ricco di storia che ci porta indietro nei secoli. In questa chiesa nei primi decenni del 1200 si celebrarono le nozze tra Adelasia di Torres ed Ubaldo Visconti. Adelasia fu l'ultima giudicessa del  Giudicato di Torres , descritta come donna di rara bellezza, andò sposa in seconde nozze ad Enzo figlio dell'Imperatore Federico II di Svevia, ma fu donna infelice, perché il marito presto l'abbandonò e lei visse per lungo tempo volontaria prigioniera nel Castello di Burgos dove morì. Il restauro della basilica, alla fine dell'Ottocento, fu realizzato da Dionigi Scano famoso architetto e ingegnere che progettò anche il municipio di Abbasanta. Seconda tappa:  Stintino, in passato frazione di Sassari,  diventato comune autonomo, poco meno di venticinque anni fa', nel 1988. Località di mare incantevole qui la natura non ha lesinato in bellezza. Ultimo lembo di Sardegna che dalla Nurra si protende verso l'isola dell'Asinara e con la spiaggia della Pelosa, una delle più belle della Sardegna richiama turisti da tutto il mondo. Terza tappa l' Argentiera una  località  suggestiva  per il particolare fascino e varietà del paesaggio. È  una frazione di Sassari sebbene disti dalla città 43 km. Fino al  1963 era in funzione un impianto minerario per l'estrazione dell'argento. L' Argentiera è stato set cinematografico di parecchi film. Sono state girate qui le scene iniziali del film "La scogliera dei desideri", con protagonisti Elizabeth Taylor e Richard Burton. Quarta tappa: il ristorante presso l'agriturismo "Il Porticciolo" a nord di Capo Caccia dove, dopo uno splendido desinare con del vino straordinario della casa, abbiamo trascorso alcune ore. Quinta e ultima tappa Alghero e poi il rientro a casa.  

Stintino l'Argentiera

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lunedì 24 giugno 2013

A san Giovanni di Ghilarza il 22 giugno

Ghilarza fra i tanti novenari campestri annovera San Giovanni, il più piccolo ma, indiscutibilmente, il più accogliente tra loro. La piazzetta della chiesa, un anfiteatro naturale che guarda sul lago, è il posto ideale per cerimonie oltre a quelle religiose, quelle mondane, festaiole e gaudenti. Ed è in questo luogo un po’ misterioso e seducente, dove ricordo, fino a qualche anno fa', prosperava un sorbo che in autunno s'inghirlandava di sorbole, che la nostra compagnia, sabato 22 giugno, è stata chiamata ad esibirsi. La commedia proposta è quella attualmente in repertorio " sos machines de tziu Bakis" l'ultimo lavoro che da oltre mezz' anno a questa parte presentiamo nella nostra piccola tournée. Per chi abbia letto il cartellone pubblicitario o assistito sbadatamente all'esibizione dà per scontato lo svolgersi della vicenda, ma non è così. La rappresentazione teatrale di un opera non è mai uguale all'altra, è fatta di mille piccole cose, varianti anche involontarie che ne alterano l'insieme, dove la bravura dell'interprete sa cogliere ed improvvisare e all'occorrenza arricchirla, ad esempio con una battuta fuori copione, facendola apparire sempre nuova e sorprendendo gli astanti. Questa è una caratteristica del teatro che si rinnova di volta in volta, al contrario del cinema che sotto questo aspetto è statico, ripetitivo quasi monotono. Quando poi, per chi segue le vicissitudini della compagnia, sapendo tutte le traversie che fisiologicamente accompagnano lo svolgersi di circostanze che portano a sostituzioni di ruolo e a qualche piccola correzione di sceneggiatura, osservare il susseguirsi delle scene, è come vedere l'opera per la prima volta. Perché non si è certi di cosa possa accadere in seguito. Ma vediamo di raccontare a grandi linee la rappresentazione di san Giovanni. L'interpretazione di Antonangelo Sanna è stata straordinaria, non c'erano dubbi in proposito, il palcoscenico pare il suo habitat naturale, riesce a districarsi in modo singolare da qualsiasi situazione anche ingarbugliata, con la battuta pronta fuori copione. Altrettanto si può dire di Patrizia Deriu, che spigliata affronta il pubblico a viso aperto, Debora Onida è stata splendida, tranquilla di fronte ai suoi concittadini, e faceva tenerezza il suo parlare in limba da giovane che, come la stragrande maggioranza dei ragazzi, parla generalmente in italiano e la parlata in limba appare deformata in senso buono. Ciò è di stimolo per i giovani a sforzarsi comunque di parlare in limba poiché a loro appartiene l'ultima speranza di non perdere definitivamente il nostro idioma. Anna Ledda, ricca di esperienza, esordiva dopo poche prove in un nuovo ruolo, ma la sua sicurezza e capacità hanno premiato l'interpretazione. Un volto nuovo è quello di Diego Russo, che carico d'entusiasmo, elemento essenziale per chi ama il teatro, ha esordito positivamente, inoltre con la sua parlata del barigadu contribuisce a divulgare le varianti del nostro idioma. Su Antonio Pireddu non si può che lodarne la bravura, è indubbiamente il maestro della compagnia, la sua tranquillità è una sicurezza che infonde anche ai compagni, con la gestualità misurata il tono di voce sempre appropriato. Mario Manconi e Sandro Sias da vecchi marpioni hanno interpretato il loro ruolo con sicurezza. In più Sandro, anche lui esordendo in quel personaggio, ha vivacizzato e colorato la scena. Gioconda Sanna, anche lei veterana della compagnia, riesce comunque a lasciare il segno nonostante il ruolo marginale. Federica Medde con la sua giovanissima età entra prepotentemente in gioco grazie anche ad un ottima parlata in limba. Speriamo che continui in lei l'affetto per il teatro e che magari coinvolga qualche nuova giovane nel meraviglioso mondo dello spettacolo teatrale. Cosa dire di Mario Deiana, che a dispetto delle coincidenze sfavorevoli è riuscito con la correzione di alcune scene a ristabilire equilibrio nella sceneggiatura, anzi rendendola più briosa. Per ultimi ma non meno importanti il ruolo di Marco Putzulu all' audio e alle luci e di Gianfranco Pireddu nell'assistenza alla regia che silenziosamente e con discrezione hanno contribuito alla buona riuscita della rappresentazione.

mercoledì 5 dicembre 2012

Sos machines de tziu Bachis

"Dopo lunga e penosa malattia", tanto per stare in tema, la commedia "Sos machines de tziu Bachis", ha finalmente visto la luce, quella più ambita, quella del palcoscenico. Tanti mesi sono trascorsi, prove estenuanti e ricerca di qualche nuovo interprete dopo il mancato esordio, già calendarizzato per le festività di sant'Agostino questa estate, per causa di forza maggiore. Ma "tiremm innanz" come ebbe a dire il patriota Amatore Sciesa a suo tempo e veniamo a commentare invece ciò che la Compagnia Teatrale Limba e Amentu ha presentato il 2 dicembre 2012 nel teatro santa Caterina di Abbasanta per allietare noi e maggiormente i nostri venerandi ultrasettantenni. Spesso la mancata presentazione di un lavoro, già prefissato, crea nel pubblico un qualcosa di anormale, nasce una certa curiosità per vedere o meglio cercare di capire, forse in modo sbagliato, la causa dell'inghippo che l'avrebbe generato. Il tutto a vantaggio della rappresentazione, perché ciò aumenta l'attenzione del pubblico che di conseguenza osserva lo svolgersi delle scene con più attenzione e forse vivendo le ansie e le inquietudini degli attori. La rappresentazione teatrale ricalca l'opera " il malato immaginario" di Molière composta nel 1673. Ironia delle sorte, la parte di Argante (il malato immaginario) fu interpretata proprio dal Molière pochi mesi prima che morisse. L'opera in tre atti è originariamente una comédie-ballet ovvero con intermezzi musicali e balletti. Chissà mai non sia la volta buona che Mario Deiana regista con spiccate attitudini alla sperimentazione non inauguri una nuova stagione teatrale proponendo la riedizione della Comédie-ballet. Sarebbe molto interessante e stimolante cimentarsi in ciò coinvolgendo anche gruppi corali e corpi di ballo già esistenti su piazza. Veniamo ai fatti. Il nostro Argante (tziu Bachis)sapientemente e magistralmente interpretato da Antonangelo Sanna ha colto nel segno, così come Titina la cameriera, ma senza distinzione, si può dire che tutta la compagnia teatrale ha espresso in maniera ottimale la farsa, non si sono evidenziati tempi morti, le entrate sono state puntuali, forse per il futuro bisognerà fare più attenzione all'accensione dei microfoni, talvolta spenti.