la sintesi del primo atto "Sos machines de tziu Bachis"

giovedì 17 ottobre 2013

Il 12 ottobre 2013 a Ghilarza nell'Auditorium comunale


Premessa: ho saputo soltanto pochi attimi prima della rappresentazione, ovvero quando Mario Deiana ha presentato lo spettacolo, che la commedia in questione era Trotu e bistrotu. Non avendo visto in precedenza la locandina ero convinto che fosse in programma l'altro lavoro Sos machines de tziu Bachis. Quindi in un battibaleno ho cercato di capire e immaginare l'assegnazione dei ruoli ai vari attori ma i conti non mi tornavano e ho quindi seguito, con apprensione, scena per scena l'evolversi dello spettacolo.     
Era dal lontano 8 settembre del 2007, quando debuttammo ad Abbasanta con  Trotu e bistrotu, che non si respirava  un'atmosfera così eccitante e carica di emozioni, dovuta forse dal luogo destinato all' esibizione, l'Auditorium, o forse dalla sfida con noi stessi  nel riproporci con tanti nuovi interpreti  e ruoli.   L'Auditorium comunale  di Ghilarza con le sue comode poltrone cozzava con le consuete piazze di paese o i novenari di campagna, con alcune seggiole raffazzonate,  che normalmente ci ospita. Il sindaco Stefano Licheri in prima fila ci onorava della sua presenza, al suo fianco Greca Onida l'impareggiabile e dinamica presidente dell'Associazione Archeologica Culturale Orgono. É a lei che dobbiamo la nostra presenza, infatti Greca stessa  ha voluto che ad intrattenere i suoi e nostri concittadini fosse la nostra Compagnia teatrale.
Compito che ci ha inorgoglito ma anche creato un certo patema d'animo: Come saprete metà dei componenti la compagnia è ghilarzese e consci del detto  Nemo propheta in patria, avvertivamo una   tensione al calor bianco.                                             
 Greca Onida
 
Andiamo alla rappresentazione:
Tutto procede al meglio, Diego Russo  (Tomasu Cadira) l'impiegato  comunale svolge magistralmente il ruolo e Sandro Sias già collaudato interprete di Battista  Conchitta non è da meno.
Il pubblico inizia compiaciuto ad interessarsi della vicenda ma è con l'entrata in scena di Antonangelo e Gioconda  Sanna , (rispettivamente Fine Braghetta e Annarosa Culueseda) che il pubblico, anche per via dell'aspetto fisico di quest'ultima, esplode in un sonoro applauso. Il giaccio è stato rotto! I concittadini apprezzano la  spassosa  interpretazione , giocata sul dialogo con il sindaco che fra :virgola, punto e virgola, due punti  e punto, ripetuti  fino allo sfinimento, richiamando lo spasmodico strazio della sposa nell'imminenza di partorire. Caderina (Patrizia Deriu) la popolana scalza, con trucco  e abbigliamento  decisamente azzeccati, prorompe in scena con l'atteggiamento perfetto, rubando, con le sue richieste insensate, continui applausi.
Maria Sedatzu (Anna Ledda)  si muove sulla scena sicura e dialoga altrettanto bene con gli interlocutori.
È il momento del parroco:  ecco  apparire Mario Deiana in abito talare  con un basco alla francese in testa. Per un attimo ho rivisto i personaggi di Giovannino Guareschi, spostati da Brescello sulle rive del Po a Ghilarza: i Don Camillo e i Peppone (Zuanni Concone)nostrani. Lo scambio di battute con Battista Conchitta alquanto esilaranti hanno coinvolto il pubblico che applaudiva ininterrottamente, fra un comodo e l'altro.
Nerina (Debora Onida) la trapezista ormai già collaudata interprete affronta con sicurezza il suo pubblico assecondando le spassose battute di Bat  l'impenitente donnaiolo.
 Zuanni Concone (Mario Manconi) con fare pacato ci introduce nel secondo atto. Affronta in modo ottimale sia i dialoghi con Tomasu Cadira che con le sempre divertenti apparizioni di Caderina.
Il pubblico segue con molta attenzione lo svolgersi della varie vicende, divertendosi e manifestandolo con continui applausi maggiormente stimolati all'apparire della giovanissima esordiente Giada Onida. È molto piacevole constatare che nel 2013 ci siano degli adolescenti che parlano in limba, dobbiamo ringraziarli di cuore e ancor di  più i loro genitori. Fanno parte di una minoranza (purtroppo) che   combatte una battaglia che presumo perderemo, quella di tramandare alle nuove generazioni tutto quel patrimonio linguistico lasciatoci in eredità dai nostri avi.
Federica Medde (Antonica) anche lei molto giovane,  interpretando la parte della futura moglie, convince gli spettatori e l'irruzione costante in scena di Antonio Pireddu (Chicheddu), il banditore armato di roncola, ha rallegrato l'ambiente con i  chiari e buffi annunci che impartiva a destra e a manca.
Sul finale ecco riapparire Debora Onida che, nella veste inedita della consorte di Zuanni Concone, dimostra la sua disponibilità  alle varie  esigenze interpretative dettate dal copione, compiendola nel migliore dei modi.
Mario Deiana ha rivisitato il copione originale tagliando e aggiungendo in modo esemplare e rendendo l'insieme molto gradevole. Bravi tutti! Alla prossima.


 
 
foto  ©Giuseppe Fadda per gentile concessione