Premessa: ho saputo soltanto pochi
attimi prima della rappresentazione, ovvero quando Mario Deiana ha presentato
lo spettacolo, che la commedia in questione era Trotu e bistrotu. Non avendo visto in precedenza la locandina ero convinto che fosse in programma
l'altro lavoro Sos machines de tziu
Bachis. Quindi in un battibaleno ho cercato di capire e immaginare
l'assegnazione dei ruoli ai vari attori ma i conti non mi tornavano e ho quindi
seguito, con apprensione, scena per scena l'evolversi dello spettacolo.
Era dal lontano 8 settembre del
2007, quando debuttammo ad Abbasanta con
Trotu e bistrotu, che non si respirava
un'atmosfera così eccitante e carica di emozioni, dovuta forse dal luogo
destinato all' esibizione, l'Auditorium, o forse dalla sfida con noi
stessi nel riproporci con tanti nuovi
interpreti e ruoli. L'Auditorium comunale di Ghilarza con le sue comode poltrone
cozzava con le consuete piazze di paese o i novenari di campagna, con alcune
seggiole raffazzonate, che normalmente
ci ospita. Il sindaco Stefano Licheri in prima fila ci onorava della sua presenza,
al suo fianco Greca Onida l'impareggiabile e dinamica presidente
dell'Associazione Archeologica Culturale Orgono. É a lei che dobbiamo la nostra
presenza, infatti Greca stessa ha voluto
che ad intrattenere i suoi e nostri concittadini fosse la nostra Compagnia teatrale.
Compito che ci ha inorgoglito ma anche creato un certo patema d'animo:
Come saprete metà dei componenti la compagnia è ghilarzese e consci del detto Nemo
propheta in patria, avvertivamo una tensione al calor bianco.
Greca Onida
Andiamo alla rappresentazione:
Tutto procede al meglio, Diego
Russo (Tomasu Cadira) l'impiegato comunale svolge magistralmente il ruolo e
Sandro Sias già collaudato interprete di Battista Conchitta non è da meno.
Il pubblico inizia compiaciuto ad interessarsi della vicenda ma è con
l'entrata in scena di Antonangelo e Gioconda Sanna , (rispettivamente Fine Braghetta e
Annarosa Culueseda) che il pubblico, anche per via dell'aspetto fisico di
quest'ultima, esplode in un sonoro applauso. Il giaccio è stato rotto! I
concittadini apprezzano la spassosa interpretazione , giocata sul dialogo con il
sindaco che fra :virgola, punto e virgola, due punti e punto, ripetuti fino allo sfinimento, richiamando lo
spasmodico strazio della sposa nell'imminenza di partorire. Caderina (Patrizia
Deriu) la popolana scalza, con trucco e
abbigliamento decisamente azzeccati,
prorompe in scena con l'atteggiamento perfetto, rubando, con le sue richieste
insensate, continui applausi.
Maria Sedatzu (Anna Ledda) si
muove sulla scena sicura e dialoga altrettanto bene con gli interlocutori.
È il momento del parroco: ecco apparire Mario Deiana in abito talare con un basco alla francese in testa. Per un
attimo ho rivisto i personaggi di Giovannino Guareschi, spostati da Brescello sulle
rive del Po a Ghilarza: i Don Camillo e i Peppone (Zuanni Concone)nostrani. Lo
scambio di battute con Battista Conchitta alquanto esilaranti hanno coinvolto
il pubblico che applaudiva ininterrottamente, fra un comodo e l'altro.
Nerina (Debora Onida) la trapezista ormai già collaudata interprete
affronta con sicurezza il suo pubblico assecondando le spassose battute di Bat
l'impenitente donnaiolo.
Zuanni Concone (Mario Manconi)
con fare pacato ci introduce nel secondo atto. Affronta in modo ottimale sia i
dialoghi con Tomasu Cadira che con le sempre divertenti apparizioni di
Caderina.
Il pubblico segue con molta attenzione lo svolgersi della varie
vicende, divertendosi e manifestandolo con continui applausi maggiormente
stimolati all'apparire della giovanissima esordiente Giada Onida. È molto
piacevole constatare che nel 2013 ci siano degli adolescenti che parlano in
limba, dobbiamo ringraziarli di cuore e ancor di più i loro genitori. Fanno parte di una
minoranza (purtroppo) che combatte una battaglia che presumo perderemo,
quella di tramandare alle nuove generazioni tutto quel patrimonio linguistico
lasciatoci in eredità dai nostri avi.
Federica Medde (Antonica) anche lei molto giovane, interpretando la parte della futura moglie,
convince gli spettatori e l'irruzione costante in scena di Antonio Pireddu
(Chicheddu), il banditore armato di roncola, ha rallegrato l'ambiente con
i chiari e buffi annunci che impartiva a
destra e a manca.
Sul finale ecco riapparire Debora Onida che, nella veste inedita della
consorte di Zuanni Concone, dimostra la sua disponibilità alle varie
esigenze interpretative dettate dal copione, compiendola nel migliore
dei modi.
Mario Deiana ha rivisitato il copione originale tagliando e
aggiungendo in modo esemplare e rendendo l'insieme molto gradevole. Bravi
tutti! Alla prossima.
foto ©Giuseppe Fadda
per gentile concessione
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